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Il calcolo Vedico del Tempo


Il calcolo Vedico del Tempo

Di Sri Srimad Bhaktiprajnana Kesava Gosvami Maharaja

Si sta osservando oggigiorno che in India il concetto moderno del calcolo della durata delle prime tre yuga (ere), Satya, Treta e Dvapara come anche la durata dell’attuale quarta era, Kali-yuga, siano stati arbitrariamente calcolati da scienziati occidentali che hanno operato tramite i loro referenti indiani. Questi ultimi sono generalmente riconosciuti come ‘studiosi’ moderni dei Veda ma sono in larga parte influenzati dalle imperanti ed eccessive contrapposizioni occidentali ai Veda. Assieme a questi ‘studiosi’ collabora una classe di astrologi che basano i loro calcoli sulla scienza mondana empirica
o speculativa. Essi avallano l’ipotesi che sono trascorsi solo 7500 anni dall’inizio di Satya-yuga ad oggi.

Questa scuola di ‘erudizione’ avanza anche la teoria infondata che gli Aryani furono dei cavalieri nomadi dalla pelle bianca che, migrati dall’Asia centrale, invasero l’India del Nord nel 1500 a.C. dando orgine così alla civilizzazione Vedica. Queste persone assurdamente affermano che questi barbari portarono con sè per la prima volta in India, la super sofisticata lingua Sanscrita e che scrissero il Rigveda. Ipotesi e speculazioni simili non sono coerenti con il pensiero Vedico e non sono state mai definitivamente appurate, ciò nonostante sono però presentate in molte università e istituti superiori di educazione del mondo come ‘l’antica storia dell’Asia’.

C’è un famoso assioma astronomico definito la ‘Precessione degli Equinozi’ che permette ad astronomi abbastanza competenti di calcolare accuratamente le date esatte di eventi dell’antichità se si possiedono dei riferimenti astronomici specifici. Servendosi di questo sistema astronomico è possibile determinare il periodo relativo ad un particolare evento storico avvenuto nell’arco di 25.000 anni, che è il periodo di tempo impiegato dal nostro sistema solare a compiere il moto di rotazione attorno al perno centrale Polaris ovvero la Stella Polare.
Per esempio nel Kausitaki Brahmana (XIX.3) c’è menzione di un solstizio d’inverno che cadde nella notte di luna nuova del mese di Magha. Con dei calcoli attenti questo evento è databile approssimativamente attorno all’anno 3000 a.C. In questo modo, studiando i riferimenti astronomici riportati nei Veda, si possono appurare date e momenti specifici. Questo è il metodo appropriato per calcolare la cronologia delle incarnazioni divine del Signore Visnu in differenti epoche universali.
Secondo questo sistema Vedico di calcolo del tempo, gli avatara Sesa e Hamsa apparvero in Satya yuga, che finì 2.160.000 anni fa. Subito dopo iniziò Treta yuga che durò per 1.296.000 anni e nella quale apparve il Signore Ramacandra che compì i Suoi passatempi come narrato nel Ramayana. Dvapara yuga fu lo yuga che seguì e durò 864.000 anni. Proprio al termine di Dvapara yuga apparve il Signore Supremo Krishna assieme alla Sua prima espansione Sri Balarama manifestando incalcolabili e trascendentali passatempi. Questi includono i divertimenti gioiosi della Sua infanzia come pastorello a
Vraja, la cacciata del demoniaco re Kamsa ed il Suo ruolo centrale nell’epopea del Mahabharata. Al centro di questa epopea si trova la famosa battaglia di Kuruksetra in cui Krishna rivela la sublime Bhagavad-gita al Suo intimo amico e devoto Arjuna.

I testi Vedici come lo Srimad-Bhagavatam descrivono come l’universo progredisca attraverso cicli e sotto cicli periodici dalla durata di vasti tempi cosmici in cui Sri Krishna Dio, la Persona Suprema appare una volta sola in un giorno di Brahma, ossia ogni 4.320.000.000 anni terrestri. L’attuale Kali-yuga, iniziata circa 5000 anni fa e che dura in totale 432.000 anni, ha visto l’apparizione di Visnu Avatara Buddha, avvenuta a Bodhi Gaya, nell’odierno Bihar, in India, (1500
a.C.), ossia tremilacinquecento anni fa. Mille anni più tardi nacque Sakhya Singha Buddha, attorno al 563 a.C. a Kapilavastu in Nepal.
Successivamente, attorno al 700 d.C. l’acarya Visnusvami, potenziato dal Signore Siva, stabilì la Rudra Sampradaya e predicò la filosofia della suddha-advaita-vada. Nel 786 d.C. a Chidambaram in Kerala, nacque Sankaracarya e diffuse la sua filosofia Mayavada che drammaticamente scacciò dai confini dell’India la concezione del Buddhismo di Sakhya Singha. Dopo Sankaracarya e nei tre successivi secoli, apparvero in ordine cronologico i seguenti famosi acarya Vaisnava autorizzati delle tre rimanenti sampradaye autentiche: Sri Ramanuja (1017-1137 d.C.), Nimbarka (1130-1200 d.C.) e Madhvacarya (1238-1317 d.C.).
Questi acarya furono considerati delle personalità trascendentali divinamente potenziati a smascherare la fallacità della teoria mayavada rivelando allo stesso tempo differenti e specifici aspetti della Verità Assoluta. Ramanuja, potenziato da Laksmi Devi, stabilì la Sri sampradaya, Madhvacarya, potenziato da Brahma, stabilì la Brahma e Nimbarka, potenziato dai quattro Kumara, stabilì la Kumara sampradaya. Essi espressero, attraverso differenti scuole filosofiche, il concetto dell’identità individuale della jiva e la sua personale natura in relazione al Supremo; le loro scuole filosofiche si possono così riassumere:
Visnusvami – Suddha-advaita-vada
Ramanujacarya – Vasistadvaita-vada
Nimbarkacarya – Dvaita-advaita-vada
Madhvacarya – Dvaita-vada
Questi quattro lignaggi Vaisnava autentici e autorizzati sradicarono il mayavadismo in tutta l’India e stabilirono una base per l’apparizione dell’ultima incarnazione del Signore Supremo Krishna, Sri Caitanya Mahaprabhu avvenuta nell’anno 1496 a Mayapur in Bengala.

Sri Caitanya Mahaprabhu unificò le quattro sampradaye in un’unica e armoniosa filosofia mostrando che ogni acarya aveva posto le fondamenta per la graduale rivelazione della Verità completa. Egli infatti accettò due principi da ognuno dei quattro acarya Vaisnava.

Da Ramanuja accettò il concetto di devozione incondizionata senza traccia di karma (interesse personale) e jnana (monismo) ed il servizio ai Vaisnava.

Da Madhvacarya egli accettò il rifiuto totale del mayavadismo e l’adorazione delle Divinità del Signore Supremo
Krishna. Da Visnusvami accettò la filosofia della totale dipendenza da Krishna e la bellezza del servizio di devozione spontaneo.

Da Nimbarka accettò come ideale supremo l’esaltante amore delle gopî per Krishna che si manifesta a Vraja e la necessità di rifugiarsi esclusivamente in loro.

Unificando le quattro sampradaye Sri Caitanya rivelò l’aforisma dell’acintya-bheda-bheda-tattva, la filosofia che il Signore Supremo, tramite la Sua insondabile e trascendentale potenza, è inconcepibilmente uguale e differente dalle Sue creazioni.
Sri Caitanya apparve per rivelare le verità più intime ed esoteriche relative alla relazione tra le entità viventi ed il Supremo, e allo stesso tempo diede le istruzioni pratiche su come quella relazione possa essere risvegliata dal suo stadio dormiente. La missione del sankirtana di Sri Caitanya è letteralmente esplosa come un movimento che abbraccia tutto, ha scosso il mondo Vedico alle radici attraendo donne e uomini sinceri e illuminati senza distinzione di razza, casta o credo.

E’ interessante inoltre notare che, mentre questa rinascita devozionale avveniva in India, le onde scioccanti del cambiamento giunsero contemporaneamente in Occidente sotto forma di Rinascimento Europeo.
Una bellissima citazione della Sri Caitanya-caritamrta, Madhya lila,
capitolo 17, verso 233 così illustra succintamente:

jagat bhasila caitanya-lilara pathare
yanra yata sakti tata pathare santare

‘Il mondo intero fu sommerso dall’inondazione dei passatempi di Sri
Caitanya Mahaprabhu. E’ possibile nuotare in quella inondazione
secondo le proprie capacità spirituali.’

La sublime missione del sankirtan di Sri Caitanya Mahaprabhu è tanto eterna quanto contemporanea. E’ l’espressione piena della salvezza, la manifestazione più magnanima della creazione, l’espressione più benevola della compassione, la panacea universale di un mondo sofferente assillato dall’assalto di Kali-yuga.

Quindi, secondo una breve retrospettiva, l’apparizione di Sesa e dell’avatara Hamsa avvenute in Satya yuga, segnano gli insegnamenti dei principi della pietà devozionale.

L’avvento del Signore Rama segnò il ristabilirsi nel mondo dei principi della cultura Vedica.

La discesa di Krishna e Balarama segnarono la distruzione di tutti gli elementi nemici della devozione e dei principi religiosi.

La venuta di Visnu Avatara Buddha segnò l’era della tranquillità per il Vaisnavismo, e la venuta del Signore Caitanya Mahaprabhu segna l’avanzata del Vaisnavismo nella forma del Suo movimento del sankirtana.
Vaisnava Vijaya!